«Professionalità, affidabilità, correttezza, elasticità e “cuore” sono le caratteristiche che cerco nelle persone con cui lavoro». È quanto dichiarato da Andrea Tascino, Ceo Nunau.
Parlaci di te nella vita personale
Sono un ragazzo semplice che ama le cose genuine della vita. Amo la mia famiglia, il cibo sano e buono. Mi piacerebbe fare più sport, ma con gli impegni di lavoro ed una bimba piccola mi riesce sempre più difficile ormai.
Sport preferito e squadra del cuore?
Calcio ed ovviamente il Napoli.
Ci racconti le tue esperienze professionali e i tuoi attuali progetti?
Ho iniziato a lavorare a 20 anni presso un’agenzia di comunicazione a Napoli, impegnata in molti settori, tra cui il fashion ed l’organizzazione eventi. Spesso ci si trovava a cena con Santo Versace ed il potermi confrontare con imprenditori del genere, di importanza mondiale, mi ha reso molto più sicuro dei miei mezzi per iniziare a costruire la mia carriera. Nel frattempo ho portato avanti i miei studi, conseguendo una laurea in Scienze della Comunicazione e vari master nel campo del graphic e web design. Subito dopo la laurea, mi sono trasferito a Londra, un po’ per studio e un po’ per imparare la lingua. Dopo aver passato tutte le selezioni per entrare nella LCC (London College of Communication), una buona offerta di lavoro mi fece cambiare direzione e scelsi di lavorare come key account manager per una software house. Tornato in patria, dopo circa due, anni ho deciso di intraprendere la libera professione, realizzando dapprima la mia agenzia di comunicazione “liquida” per poi fondare, insieme ad altri due soci, la NUNAU (NewNow).
Quale personaggio del passato ha influenzato ed ispirato di più le tue azioni? E perché?
Senza andare troppo lontano e senza cadere in banalissimi rispondo: Maradona. Tralasciando tutte le cose meravigliose che ha fatto (parlando solo di meriti sportivi), mi ha insegnato che, da soli, venendo dal nulla, si può arrivare in cima al mondo.
Ognuno ha un definizione diversa della parola “successo”. Che cosa è per te il vero successo? Come si è evoluto il tuo concetto di successo nel tempo?
Per me il successo è riuscire in quello che si fa. A volte ti riesce meglio, a volte in meno tempo, altre volte per niente. E quello è il momento in cui bisogna fare più fatica per raggiungerlo, ma ti poni nuovi obiettivi per arrivarci.
Parlaci del tuo ruolo di Ceo in Nunau e di come hai conseguito i tuoi risultati professionali
È stato un enorme cambiamento: passare dalla libera professione ad una S.r.l. è un passo enorme. Ero già abituato a gestire un team di lavoro, ma dover guidare un team di molte persone su numerosi progetti contemporaneamente è tutt’altra cosa. Inoltre, tutti gli altri aspetti legati all’amministrativo, alla gestione aziendale e del personale stesso possono farti perdere focus sull’operativo. Fortunatamente, con un team forte e con tanta passione, riusciamo a produrre sempre prodotti di qualità a tambur battente.
Parlaci del ruolo di leader e delle diverse tipologie di leadership. Quale preferisci?
Quello del leader è un ruolo che bisogna guadagnarsi, giorno dopo giorno. Non ci si può autoproclamarsi leader, in quel caso sei definito “boss” (nel senso migliore del termine). Ovviamente c’è chi nasce con doti particolari per poter essere “al comando”. Il modo migliore per dirigere e farsi seguire, però, è quello di impegnarsi ogni giorno, sporcandosi le mani, essere sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene. Solo così si può costruire una sana e produttiva leadership. Ci sono tante tipologie, sicuramente. Io ho provato ad adottarne alcune, ma non credo ce ne sia una sola da poter utilizzare. Forse il miglior modo è proprio un mix di gestione, diciamo che il buon vecchio detto su “bastone e carota” non fallisce mai.
Secondo te che cosa serve per essere un buon CEO?
Da un punto di vista di gestione del personale, bisogna essere molto comprensivi ma anche molto esigenti. È necessario conoscere benissimo ogni settore della propria azienda per poterla gestire al meglio, circondarsi di collaboratori bravi per poter affidare loro compiti e ruoli, ma avere sempre il polso della situazione, nel caso in cui ci sia bisogno di cambiare rotta o prendere per mano il team e farlo uscire dalle acque tempestose.
Qual è la cosa che ti piace di più del tuo lavoro?
Il fatto che ogni progetto che ci viene affidato è diverso dall’altro ed ogni progetto appartiene spesso a un settore diverso. Oltre ad essere una sfida sempre nuova, questo aspetto ti permette di conoscere realtà diverse delle quali magari non avevi mai sentito parlare.
Che cosa cerchi nelle persone con cui lavori?
Tante cose. Su tutte: professionalità, affidabilità, correttezza, elasticità e “cuore”.
Qual è stata la più grande sfida che hai dovuto superare nella tua carriera?
Le sfide sono state tante da quando ho cominciato ed ogni volta sono sembrate le sfide più grandi da superare. Fortunatamente, le ho sempre superate tutte. Adesso è in atto la sfida NUNAU che non è ancora terminata e spero non termini mai. Per il momento, in un anno di attività del sito, abbiamo portato il nostro sito al primo posto sui motori di ricerca con alcune parole chiave. Stiamo lavorando per crescere a livello nazionale su questo aspetto.
«C’è un solo modo per conquistare e costruire la fiducia: essere onesti, gentili, rispettosi, mentre raggiungiamo risultati funzionanti e verificabili». Che cosa ne pensi di questa filosofia?
Questo è un principio per me. La mia etica mi porta ad essere e comportarmi in questo modo e solo così riesco a raggiungere i risultati. Sarà anche la strada più difficile, ma porta alle vittorie più belle.
Da esperto di impresa e comunicazione, hai un suggerimento da dare ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro?
Il suggerimento più importante che posso dare è quello di osare. In questo lavoro troppe volte si viene inghiotti dalla paura di non essere capiti o dalla smania di accontentare il cliente. Siamo professionisti, ognuno nel proprio settore, quindi sarebbe intelligente affidarsi e far fare a chi conosce il mestiere.
Come si fa ad intercettare i potenziali clienti in tutte le fasi del percorso di conversione con il giusto messaggio?
Non esiste una scienza esatta. Si studia, come in ogni cosa. Si studia il settore, si fanno ricerche e si cerca di mettere dentro la propria esperienza, la professionalità e l’istinto per cercare di portare valore alle aziende.
Che cosa consideri quando devi iniziare un progetto per un cliente?
Il tempo. Sempre troppo poco, sempre troppo caro. Nel nostro settore ogni progetto va costruito da zero, va inventato, spiegato, lo si spinge per essere accettato, poi prodotto ed infine messo in pratica. E deve anche funzionare! Quindi un calcolo di tempi e costi è fondamentale.
Secondo te, quali cambiamenti porterà la pandemia nei business digitali?
Per chi lavora principalmente nel digitale come noi, solo cambiamenti positivi. Abbiamo avuto in questi due mesi di lockdown un aumento del 60% delle vendite online. Noi stessi abbiamo lanciato, in questo periodo, un e-commerce sul fashion che sta andando alla grande. Stiamo infatti pensando di intensificare questo ramo del nostro settore per dare un servizio ancora più completo ai nostri futuri clienti.
Quale futuro prevedi per i modelli di business legati agli influencer?
Diciamo che quelli che sono stati i primi e che continuano ad “influenzare” anche sui nuovi canali (vedi i Ferragnez su tik Tok) avranno ancora tanta strada davanti a loro. Per gli altri, come per tutti i settori, quando c’è saturazione, si tende a perdere notorietà.
In che modo i professionisti possono dare un concreto supporto a creare un mondo migliore?
Cercando di predicare l’educazione, il rispetto verso ogni forma vivente. Cercando di essere persone leali e legali e avere il coraggio di denunciare ingiustizie e criminalità.
Immagini che si svilupperà di più il concetto di responsabilità sociale dell’impresa e di solidarietà dopo l’emergenza Covid?
Non avremmo dovuto aspettare una pandemia per far sviluppare questo concetto ma credo, o comunque spero, possa avere un ruolo primario nella vita di tutti noi.
Se domani vincessi al Superenalotto e potessi realizzare un tuo progetto di beneficenza, quale faresti? E perché?
Se domani vincessi al Superenalotto sicuramente svilupperei un qualcosa di utile alla mia città, per aiutare tutti quei ragazzi e bambini “senza futuro”. Sicuramente qualcosa legato allo sport e alle arti sempre meno praticati per la forte presenza della tecnologia.
Conosci delle associazioni che stanno portando avanti dei bei progetti di solidarietà?
Una su tutte JOY – Formazione e Sviluppo, una Onlus che si occupa di un villaggio in Kenya. Noi con NUNAU abbiamo finanziato le divise di calcio per tutti i ragazzi. Ricevere il loro video messaggio di ringraziamento, con le divise, è stato emozionante. Sono stato io a ringraziare loro per la felicità che mi hanno donato.
Quale libro suggeriresti ad un giovane imprenditore digitale e perché?
Siccome la nostra cultura del digitale si muove alla velocità della luce, non mi sento di consigliare nessun libro che potrebbe diventare obsoleto. Oltre ai libri di teoria che stanno alla base del nostro settore, consiglio di fare ricerca costante sul web. Articoli, webinar, tutorial possono darti formazione e aggiornamento costante.