Trasmettere alle persone, che si tratti di clienti o di staff, la propria preferenza per un brand o un prodotto, con l’obiettivo di portarle a credere che quell’acquisto si rivelerà pieno di vantaggi, al punto tale da consigliarlo agli altri in modo spontaneo. Stiamo parlando dell’Evangelism marketing, o brand evangelism, una strategia di marketing che ha già un bel po’ di anni, e che richiama, come potrai facilmente intuire, il significato biblico del termine. E tu ne avevi mai sentito parlare? Vediamo insieme di che cosa si tratta.

Che cos’è l’evangelism marketing

A diffondere il termine “evangelismo” nell’ambito del marketing è stato Guy Kawasaki, famoso per il ruolo di brand evangelist di Apple negli anni ’80 e per quello di chief evangelist di Canva dal 2014. Come riportato in una intervista rilasciata a Inside Marketing  l’esperto ha spiegato che il termine “evangelizzare” deriva dal greco e significa  «portare buone notizie». E proprio come i credenti portano la buona novella predicando il Vangelo, il messaggio del cristianesimo, in un contesto aziendale, anche il consumatore potrà “evangelizzare” e convertire. Ma in che modo?  Se il consumatore si è particolarmente legato a quel prodotto tenderà a raccontare la sua esperienza agli altri, in modo spontaneo, cercando così di incentivare il “prossimo” all’acquisto. Quest’ultimo potrebbe essere conquistato dall’entusiasmo e dalla soddisfazione trasmessi dalla condivisione e quindi diventare un nuovo cliente. Autore del testo  “Selling the dream: how to promote your product, company or ideas and make a difference using everyday evangelism“, Guy Kawasaki dà una definizione di questa strategia sostenendo che «l’evangelismo consiste nel convincere le persone a credere nel tuo prodotto e alle tue idee tanto quanto ci credi tu, attraverso il fervore, lo zelo, l’intuizione e la perspicacia, in modo da rendere i tuoi clienti e il tuo staff appassionati alla tua causa quanto te». Si tratta quindi di un concetto legato a quello di word-of-mouth: motore dell’evangelism marketing è il passaparola, vale a dire la volontà di comunicare agli altri i vantaggi dell’utilizzo di un determinato prodotto o servizio. Attenzione, però, a non confonderlo con l’affiliate marketing, che preveder un compenso per l’affiliato, cosa che non avviene nel caso del brand evangelist. È importante sottolineare che nel contesto aziendale, il termine “evangelism” non si riferisce esclusivamente ai consumatori ma a tutti gli stakeholder, come dipendenti e collaboratori, che possono in qualche modo trarre un beneficio dal messaggio dell’evangelist.

Quanto contano gli user generated content 

Elemento base dell’evangelism marketing sono gli user generated content: oggi, grazie alla diffusione dei social network e delle piattaforme di recensione, prima di effettuare un qualsiasi acquisto i consumatori tendono a ricercare cosa gli altri clienti hanno detto su quel determinato prodotto o servizio che hanno già comprato e utilizzato. Si mette così in  moto un processo basato sul passaparola che  consente di risparmiare in investimenti pubblicitari, poiché si sfrutta la viralità dei contenuti sul web. I vantaggi dell’evangelism marketing riguardano anche la fiducia da parte di dipendenti, venditori e manager nei confronti del brand: dalla loro motivazione dipenderanno la produttività e il successo del business e di tutti i progetti messi in campo.

Come fare evangelism marketing

Il prodotto, la tua offerta devono essere sì di qualità ma deve esserci una causa da supportare, qualcosa di importante per cui “evangelizzare” gli altri. Non basta semplicemente cercare di vendere qualcosa funzionale: è necessario che il prodotto o il servizio in questione sia in grado di contribuire a creare qualcosa di più grande. E per fare evangelism bisogna essere innamorati sia del prodotto, sia della causa. 

IL GLOSSARIO DELL’EVANGELISM MARKETING

Evangelism Marketing: È una strategia di marketing che ha l’obiettivo di trasmettere alle persone, che si tratti di clienti o di staff, la propria preferenza per un brand o un prodotto, con l’obiettivo di portarle a credere che quell’acquisto si rivelerà pieno di vantaggi, al punto tale da consigliarlo agli altri in modo spontaneo.

Word of mouth: Nel marketing è il passaparola e si riferisce  a clienti e consumatori che spontaneamente descrivono prodotti e servizi di un’azienda ad altri potenziali clienti utilizzando mezzi e canali diversi.